Nel 1995, poco prima di essere chiamata per chiara fama alla cattedra di
Disegno dall'Università della Calabria,

insegnavo Storia dell'Arte al Visconti di Roma,
dove mi sentivo inspiegabilmente attratta da una piccola gradinata che dava accesso ad un uscio costantemente chiuso, posta al termine del loggiato del primo piano.
Non seppi rispondere ai miei studenti che mi chiedevano il perché di questa attrazione,
ma la risposta la diedero essi stessi:

- Lo sa, professoressa, che lì c'era la prigione di Galileo, e che da essa egli poteva accedere
all'osservatorio astronomico del  Collegio Romano?

Fu un'illuminazione: l'idea che per la prima volta il grande Linceo avesse visto i colori dell'universo,
l'impatto emotivo che immaginai essere avvenuto nell'animo dello scienziato,
divennero irrresistibile stimolo ed imperiosa ispirazione:
nacquero così LE GIRALUNE, omaggio a GALILEO,
la cui produzione ed installazione sia in Italia che all'estero continua ininterrotta sino ad oggi.


Da sempre impegnata nella lotta per la salvaguardia della natura, (ha adottato i sistemi dell'AGRICOLTURA BIOLOGICA nella propria azienda agricola venti anni prima che questi fossero previsti dalla Comunità Europea), come per le serie "I Cavallini", "Falchetti", "Maripose", "Histoire Gothique", parte delle "Icone" ha usato come supporto un materiale altrimenti inquinante,
le lastre offset già utilizzate, altrimenti destinate
a divenire rifiuti inquinanti.


Le Giralune. Fotoperformance 1995
Giralune2.
Fotoperformance. Roma 1996
Giralune6.
Installazione. Caffé Della Scala, Roma 1997
Giralune4.
Installazione. Ristotheatre, Firenze 2010
Giralune5.
Installazione. Tolfarte 2013. Palazzaccio, Tolfa
Giralune3.
Installazione. Torano/Carrara 2014
Giralune7.
Installazione. Plus Florence, Firenze 2017
Giralune8.
Ambientazione. Plus Florence, Firenze 2017

Questa operazione artistica ha dato luogo a proselitismi ed imitazioni, talora anche a sfacciate scopiazzature che, anziché dispiacermi, mi inorgogliscono perché quando un artista viene imitato o copiato diviene un "caposcuola"; d'altra parte mi commuovono, perché le vedo come un omaggio alla mia produzione visiva.